Grandiosa, elegante, severa, una delle più belle montagne Ampezzane: La Croda Rossa.
Di tutti i 3000 metri delle dolomiti è decisamente la cima più impegnativa e rischiosa.
La Croda Rossa si erge a metri 3146 una delle più grandi e mirabili delle Dolomiti. Antonio Berti la definisce così: “Facilmente riconoscibile per la sua forma di spettacolosa piramidale, poderosa, basata e snella in alto. Fra le pallide Dolomiti, per esaltare il suo contrasto, il rosso spunta qua e là, una crepa rossa, un monte rosso, un dente rosso, una forcella rossa, una Lavina rossa. Non si vede in tutta la zona dolomitica un’intera parete sanguigna come questa! “
Dall’Oglio ci fa osservare che la Croda Rossa non è soltanto la montagna del sangue ma la montagna dell’iride: “chi facesse il giro della Croda stupirebbe per il succedersi di ogni sorta di colori eccettuato il verde, dal rosso arancione, bruno, strisce azzurre, cineree, grigie e giallo della parete sud a rosso scuro e giallo e rosso vivo dell’anticima.
E, nel suo abbandono, nel suo silenzio, è il dominio assoluto dei camosci di razza alpinistica la più pura: furono trovate tracce di camosci in Croda Rossa fino a pochi metri dalla cima.
La leggenda vuole che un giorno una donna che passeggiava tra queste montagne con la sua bambina, morì. La bimba venne trovata da una vecchia Anguana che si prese cura di lei e non sapendo il suo vero nome la chiamò Moltina. La bimba crebbe in questo regno tra le numerose marmotte. Imparò addirittura la loro lingua. Qualche anno più tardi il principe della casa reale Landrine si inoltrò a caccia in questi boschi. Casualmente incontrò Moltina e se ne innamorò a prima vista, ma lei scappò spaventata. Il principe la cercò in ogni dove e alla fine, quando la trovò, la portò con se al castello e la sposò.
Un giorno, durante una festa organizzata dalla regina cattiva della Bedoyeres, fu chiesto ad ogni invitato di raccontare la storia dei propri antenati. Moltina non sapeva che dire e il suo volto si tinse di rosso per la vergogna. Tra lo stupore generale Moltina scappò e la montagna così legata a lei, la Croda Rossa, prese il suo colore e si tinse di rosso. Il principe però era intimamente innamorato di lei, la seguì sulla montagna e qui formarono la loro famiglia diventando più tardi i sovrani di Fanes. La marmotta divenne il simbolo della loro casata.
Anche la storia la rende gloriosa.
Come sostiene il Walter Bonatti:” Le grandi montagne hanno il valore degli uomini che le salgono, altrimenti non sarebbero altro che un cumulo di sassi.”
Nel 1794 il Barone Won Wulfen dichiarava di essere salito sulla montagna piu alta di Braies. In 200 anni di discussioni storico- alpinistiche, si ritiene che la cima della Croda Rossa non sia stata raggiunta dl Barorne , troppo difficile per le tecniche alpinistiche dell’epoca. Il Barone probabilmente conquistò il Picco di Vallandro.
Nel 1865 ci fu il primo tentativo di conquistare la vetta, con l’infaticabile Grohmann, che racconta nelle sue leggendario libro “ Escursioni”, la sua impresa, non senza qualche parola di biasimo per le guide Angelo e Fulgenzio Dimai che egli aveva con sé, e che giudicarono impossibile l’ultimo tratto della salita, l’asciando Grohmann con l’amaro in bocca.
La prima ascensione della Croda Rossa risale al 1870 Whitewell con le guide Santo Siorpaes e Lauerner. La via riesce ai tre in modo avventuroso e combattuto.
Oggi la cima rimane assai poco frequentata, basti pensare che il libro di vetta è lo stesso dal 1950, e che nel ultimo anno sono salite soltanto 14 persone.
Oggi per raggiungere la vetta ci sono tre vie che si possono percorrere.
La Via Grohmann, la via di Nord Ovest la più facile per orientamento e con minor difficoltà tecniche, ma assai insidiosa per l’assoluta friabilità del terreno.
La via ormale, da Sud Ovest,è tecnicamente facile ma molto delicata e di difficile orientamento.
In fine la via Innerkofler, da est, una via di Roccia, la via tecnicamente più difficile, ma con la miglior qualità di roccia. Queste immagini sono state realizzate scalando questa ultima via.
Sempre per Walter Bonatti .” Non esiste, come qualcuno teorizza, la scalata moderna, antica o futura. Esiste soltanto la scalata, e come tale non è che un mezzo convenientemente adattato alla propria etica per raggiungere le proprie aspirazioni.
Anche d’Inverno la Croda Rossa ci regala grandi emozioni, soprattutto per chi pratica lo sci alpinismo.
La Forcella Nord, che può fregiarsi del titolo della forcella più alta delle Dolomiti con i suoi 2.940 metri. È sicuramente una delle gite più belle, difficili e avventurose. Posta tra le due magnifiche Valli dei Cadini del Ghiacciaio a Est e Valle Montejela a ovest, in un ambiente selvaggio e grandioso. Per le sue difficoltà tecniche è molto poco frequentata.