DIFFICOLTÀ | Alta, solo per esperti |
ESPOSIZIONE | Sud e Sud Est |
DISLIVELLO ASCESA | 1.600 |
VOT0 DI BELLEZZA | 10 |
PERIODO | Primavera |
Località: Cortina d’Ampezzo – Tofane
La salita sulla Tofana di Rozes è una delle due gite più belle e spettacolari di tutte le Dolomiti Bellunesi, il paradiso dello sci d’alpinismo a Cortina d’Ampezzo.
La Seconda e la Terza ospitavano un tempo piccoli ghiacciai, facenti parte del bacino del Piave; oggi tuttavia sono quasi completamente scomparsi, a causa del riscaldamento generale del clima alpino e della minore portata delle nevicate invernali.
La Tofana di Rozes, detta anche la Regina delle Dolomiti, è una delle montagne più imponenti, richiede una buona preparzione e tecnica per essere conquistata. Dalla cima si può godere di una vista spettacolare.
ACCESSO GENERALE: Bisogna prendere la strada per il passo Falzarego da Cortina d’Ampezzo. Lasciare l’auto dove comincia la strada per il rifugio Dibona. Dopo Pasqua spesso si può raggiungere il rifugio Dibona, neve permettendo, anche in auto.
SALITA: Lasciata l’auto in un’ ora di cammino si arriva al rifugio Dibona. Dal rifugio seguire la larga strada che porta al vallone del Bus, fra i due picchi rocciosi sent. 403. Questo va gradualmente impennandosi più si avvicinano le pareti del Pilastro della Tofana di Rozes e si infila l’unico varco tra le cime, che permette di guadagnare una conca più agevole, sopra la quale si trovano lo storico Rifugio Cantore e il poco distante Rifugio Giussani sulla Forcella Fontananegra. Qui si trovano numerose postazioni militari e si vede distintamente la via da percorrere per la cima. Si volge quindi alla Punta Marietta, sotto la quale si inizia il lungo traverso suampi pendii, che porta a risalire a diagonali tutto il versante tra la cima e le Tre Dita. Più ci si alza, più la sensazione di vuoto circostante aumenta, così come le pendenze degli ultimi metri, prima di raggiungere la cresta settentrionale a 3027 m.Con impressionanti vedute, ci si allunga quindi verso la calotta terminale, molto insidiosa se ghiacciata (tratto da percorrere spesso con i ramponi) e si conquista l’ambita croce sull’affilata sommità
DISCESA: Si può scendere da dove si è saliti oppure, se le condizioni di neve lo permettono, dal versante Sud già a partire dalla croce, ma le difficoltà in questo ultimo caso aumentono.
MATERIALE: Arva, picozza, ramponi, giacca pesante ( anche se è primavera, in cima può fare molto freddo), sonda, pala, coltelli, cartine della zona, ABS, generi alimentari ecc
SI RACCOMANDA USO DI GUIDA
AUTORI: Carlo d’Amelio